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“Meno tasse e burocrazia”, la carica dei 60 mila a Roma

Artigiani e commercianti in piazza nella Capitale per chiedere un cambio di rotta al governo. “Chiuse 1.000 aziende al giorno”

Dalla Sicilia al Friuli al grido, esasperato di “Senza impresa non c’è Italia, ripendiamoci il futuro”. È questo lo slogan che ha accompagnato i quasi 60 mila artigiani e commercianti, scesi in piazza a Roma per chiedere una svolta concreta nella politica economica del Paese, un Paese che ha visto, negli ultimi cinque anni, la chiusura di circa 1.000 aziende al giorno. “Le 372 mila imprese chiuse nel 2013”, ha affermato Marco Venturi, portavoce di Rete Imprese Italia e presidente di Confesercenti, “credo portino all’esasperazione chiunque. Anche perché, chi non ha chiuso, rischia di chiudere, dobbiamo allora cambiare pagina”. Rete Imprese Italia – alla quale aderiscono Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti – chiede al governo meno tasse e burocrazia, che strangolano le imprese. Secondo l’associazione negli ultimi cinque anni la ricchezza prodotta dal nostro Paese è diminuita del 9%, la disoccupazione è raddoppiata, passando dal 6,4% al 12,7% per un totale di 1,2 milioni di disoccupati in più. Nel frattempo, la pressione fiscale ha raggiunto il 44,3% del Pil (e resterà sopra il 44% per molto tempo) mentre quella ‘legale’ (su ogni euro di Pil dichiarato) si aggira intorno al 54%. “Siamo disperati – dicono – basta tasse, a rischio la pace sociale”.

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La protesta di artigiani e commercianti in Piazza del Popolo a Roma