Si tratta dell'ultimo nemico pubblico: l'1% della popolazione mondiale che affama il resto del pianeta. Per non parlare di quegli otto uomini che hanno ricchezze pari alla metà più povera del mondo. Ma torniamo a quel numero così piccolo, l'1%, che si fa così odiare per la sua avidità e opulenza. Ebbene, lo confesso: anche io faccio parte di quell'élite. E probabilmente anche voi.

Con i 32 mila euro lordi guadagnati l'anno scorso - sì, lo so, noi giornalisti rimaniamo dei privilegiati di questi tempi, anche se siamo sempre meno - sono addirittura nello 0,64% dei più danarosi al mondo. E lo stesso vale se considero il mio appartamento in periferia a Milano, con tanto di mutuo eterno o quasi, che mi inserisce più o meno nello stesso range di "Wealth". A sbattermi in faccia la verità è Global Rich List, sito che inserendo le tue entrate annuali o le tue ricchezze ti dice in che parte privilegiata del mondo sei: col mio stipendio sono la 38.344.390esima persona più benestante al mondo. Il mio stipendio orario è il guadagno di una vita in Indonesia (51), mentre i miei 16.67 euro all'ora sono un'enormità rispetto agli 0,07 incassati nello stesso periodo di tempo da un lavoratore in Ghana.

Dicevamo che i giornalisti sono privilegiati, proviamo con un operaio da 16.500 euro all'anno: be', entrerebbe comodamente nel 4% dei più ricchi al mondo-affamatori delle minoranze. "I'm the 99% ", era lo slogan di Occupy Wall Street: ebbene no, voi non siamo il 99%.