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La Fed non taglia i cordoni: tassi invariati per la crescita

Conferme dal presidente Bernanke nella sua prima conferenza stampa post riunione della storia. I tassi resteranno fra lo 0 e lo 0,25% anche perché l’inflazione resta sotto controllo. Confermato entro giugno il programma di acquisto di bond da 600 miliardi di dollari. In calo le stime di crescita al 3,1-3,3% per il 2011

A differenza della Banca centrale europea, la Fed – la banca centrale americana – continuerà a sostenere l’economia americana “per un periodo prolungato” con tassi di crescita bassi (invariati fra lo 0 e lo 0,25%) anche perché, a differenza dell’Europa, l’inflazione americana resta al momento sotto controllo. Inoltre, il piano da 600 miliardi di dollari per l’acquisto di titoli di Stato andrà avanti e chiuderà come previsto entro giugno. E così la Fed, che per il 2011 rivede al ribasso le stime di crescita (ora al +3,1-3,3% a fronte del +3,4-3,9% di gennaio) continua a spingere la ripresa Usa e lo fa in chiave ‘trasparenza’: per la volta nella storia della banca centrale, infatti, il presidente è presente in conferenza stampa dopo una riunione. “Sono un sostenitore del fornire informazioni, la Fed è diventata molto trasparente – ha dichiarato il presidente Ben Bernanke – Abbiamo fatto progressi e dobbiamo continuare a seguire questa strada”.La stretta quindi viene rimandata a data da destinarsi e, secondo Bernanke, quando arriverà non avrà impatti sul mercato perché le decisioni “ben anticipate” hanno effetti limitati. Nei piani del presidente Fed c’è però l’interesse di rafforzare il dollaro con “un’economia forte e un’inflazione contenuta”. Oltre alle stime di crescita riviste anche quelle per la disoccupazione che quest’anno dovrebbe scendere all’8,4-8,7%. L’inflazione, invece, rialza la testa: negli ultimi mesi – osserva Bernanke – è aumentata ma il rialzo delle commodity avrà un impatto limitato, anche se il caro-carburanti non è una buona notizia per la ripresa perché riduce il potere d’acquisto dei consumatori. La priorità per l’economia americana è “risanare” i conti pubblici e il downgrade delle prospettive da parte dell’agenzia Standard & Poor’s “non ci dice nulla di nuovo”, ma può essere un incentivo.

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Momento storico per la Fed, il presidente Ben Bernanke risponde alle domande dei giornalisti