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Italia terra di conquista: è in mani straniere il 43% delle quotate

L’allarme delle pmi: solo affari, nessun investimento stabile per far crescere il Paese

Ahi srva Italia… Cresce il valore delle quotate italiane (+ 5 miliardi), ma anche il peso delle proprietà straniere: il 43% delle società per azioni tricolori quotate in Borsa – +5 miliardi di capitalizzazione complessiva – è posseduto da stranieri. A dirlo sono i dati del Centro studi Unimpresa che fa la radiografia del settore, comprese le non quotate: le imprese hanno il 13,2% pari a 244,2 miliardi, in calo di 8,1 miliardi (-3,2%) sui 252,4 miliardi di un anno prima. Le banche hanno il 7% pari a 128,9 miliardi, in lieve arretramento di 6,7 miliardi (-5%) rispetto a 135,7 miliardi. Scende anche la quota dello Stato centrale che ora ha il 5,3% di spa con 98,3 miliardi, in diminuzione di 542 milioni (-0,5%) rispetto ai 98,9 miliardi precedenti. I privati detengono il 44,4% di società per azioni, dato che conferma il carattere familiare dell’imprenditoria italiana, con 818,8 miliardi in aumento di 26,8 miliardi (+3,4%) rispetto ai 791,9 miliardi del 2013.

Adesso ci comprano loro

La quota di imprese italiane in mano agli stranieri, che corrisponde al 23% del totale, è aumentata di 25,3 miliardi (+6,4%) da 398,1 miliardi a 423,4 miliardi. «Se da una parte va valutato positivamente l’aumento del valore delle imprese italiane, dall’altro bisogna guardare con attenzione la presenza degli stranieri e capire fino a che punto si tratta di investimenti utili allo sviluppo e dove finisce, invece, l’attività speculativa» commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

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Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa italiana