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Italia, la produzione industriale torna a crescere

Primo rialzo in quattro anni, nonostante il calo di fine 2015. Lo scetticismo di Confcommercio: “La strada per il 2016 appare in salita”

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La produzione industriale italiana chiude il 2015 con un saldo positivo, crescendo dell’1,0% rispetto all’anno precedente. Non accadeva dal 2011, ovvero da quando l’Istat aveva certificato una crescita dell’1,2%. Ora l’istituto di statistica certifica una ripresa, anche se lo scorso dicembre l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,7% rispetto al mese precedente, mentre nel quarto trimestre la produzione è risultata in calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. L’andamento dell’indice, precisa l’Istat, sembra comunque essere influenzato negativamente dagli effetti di una festività (il secondo martedì di dicembre) sui giorni effettivamente lavorati.

I SETTORI. L’indice destagionalizzato segna una variazione congiunturale positiva nel comparto dei beni di consumo (+0,8%). Diminuiscono, invece, i beni intermedi (-1,8%), i beni strumentali (-1,3%) e l’energia (-0,8%). Tra i settori di attività economica, quelli che registrano la maggiore crescita tendenziale sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+9,2%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+4,6%) e la fabbricazione di prodotti chimici (+1,1%). Le diminuzioni maggiori si rilevano nei settori della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti, (-7,4%), dell’attività estrattiva (-5,5%) e della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-4,3%).

CONFCOMMERCIO CRITICA. I dati Istat sulla produzione industriale sono accolti con scetticismo da parte di Confcommercio, che punta il dito sulla riduzione di novembre e dicembre. Per l’associazione di rappresentanza delle imprese questi risultati certifcano “le perduranti difficoltà del sistema economico ad avviarsi su un sentiero di crescita robusta. Nel corso del 2015 – continua la nota – la produzione industriale ha mostrato oscillazioni continue, incapace di trovare una direzione ben definita. Il contributo dei servizi, pure positivo, non sembra ancora in grado di generare una crescita tale da diffondersi a tutti i settori e tutti i territori. La strada per il 2016, un anno di vere e proprie sfide decisive per la crescita e l’aggiustamento dei conti pubblici, appare in salita”.