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Investment Compact: regole certe per chi investe in Italia

Stando alla bozza del decreto legge, le aziende che investiranno 500 milioni di euro in cinque anni in Italia potranno sottoscrivere un accordo preventivo in materia fiscale, amministrativa, giudiziale e ambientale

Per ora si tratta ancora di una bozza, ma il decreto legge Investment Compact promette grandi novità per le imprese. In primis per quelle straniere che vogliono investire in Italia. Stando al testo provvisorio, al vaglio del Consiglio dei ministri settimana prossima, tutte le imprese che investiranno 500 milioni di euro in cinque anni potranno sottoscrivere con la pubblica amministrazione un patto preventivo per stabilizzare le regole dal punto di vista fiscale, amministrativo, giuridico e ambientale.

PATTO CON LE AZIENDE. È dunque prevista una contrattazione preventiva con il fisco Italiano per cristallizzare oneri e tasse, un po’ come era successo in Lussemburgo (vedasi lo scandalo Lux leaks). Più nel dettaglio, l’impresa deve negoziare le varie tematiche (fiscali, ambientali, amministrative e giuridiche) con le rispettive pubbliche amministrazioni competenti e tali enti avranno 120 giorni di tempo per rispondere alla presentazione consegnata loro dalle aziende. Nei 60 giorni seguenti alla risposta di integrazione si procederà alla stipula dell’accordo preventivo. Questo tuttavia non potrà applicarsi alle disposizioni comunitarie e alla norme in materia di: concorrenza, tutela del consumatore, salute e sicurezza del lavoro. Tale scenario sembra però quantomeno ottimistico nelle sue tempistiche visto che un ruling fiscale richiede solitamente 16 mesi di trattative e confronti.

LE ALTRE NOVITÀ. Quanto alle altre novità imprenditoriali introdotte dal dl, l’articolo 21 stabilisce che “al fine di favorire l’accesso al credito non bancario da parte delle piccole e medie imprese, la garanzia del fondo centrale di garanzia può essere concessa anche a favore di imprese di assicurazione, nonché degli organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr, ndr)”. Grazie al nuovo ddl, le imprese di rete vedono ripristinata la sospensione d’imposta sugli utili reinvestiti nella realizzazione delle attività previste dal sodalizio, nonché abolito l’obbligo di preventiva asseverazione del contratto di rete per accedere al regime agevolativo. Incrementata a 2 milioni la soglia del reddito annuo accantonabile in sospensione di imposta.