L’Italia si conferma poco attraente per gli investimenti diretti esteri, pari allo 0,7% del prodotto interno lordo, contro il 2% in Europa. Ma la riduzione delle imposte sulle imprese nel 2017, dal 31,4% al 27,9%, potrebbe rendere il Belpaese più competitivo. È quanto emerge da una ricerca di UHY, network internazionale che raggruppa società di revisione, consulenza fiscale e sul lavoro.

L’indagine ha analizzato l’incidenza degli investimenti diretti esteri (sul Pil delle 44 maggiori economie del mondo nel 2015. In vetta figurano Malta (26%), Singapore (22%) e Olanda (14%). L’Italia si colloca al 36esimo posto. Fra le maggiori economie europee svetta la Spagna (2,1%), seguita da Gran Bretagna (1,8%), Francia (1,4%) e Germania (1,4%). Gli investimenti esteri nella Penisola hanno raggiunto i 13 miliardi di dollari contro oltre 50 in Gran Bretagna, 46 in Germania, 35 in Francia e 25 in Spagna.

PERICOLO BRICS. «I Paesi fanno a gara per attirare i capitali stranieri per il contributo allo sviluppo economico, alla nascita di nuove aziende o al rafforzamento di quelle esistenti», spiega Andrea D’Amico, partner di UHY Italy, «Gli investimenti portano con sé iniezioni di tecnologie, competenze e infrastrutture. E aiutano la crescita delle risorse umane». Ad attirare gli investimento esteri sono, comunque sempre le economie emergenti dei Brics, con un flusso di 375 miliardi di dollari, grazie al basso costo del lavoro, l’ambiente economico favorevole e la disponibilità di risorse. Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica insieme, vantano un rapporto fra pari al 2,3% del Pil. Le economie mature del G7 si attestano sull’1,7%.

La tassazione sulle imprese

Posizione Paese Tassazione % sulle imprese 2007 Tassazione % sulle imprese 2017
1 Gran Bretagna 30,00% 20,00%
2 Spagna 32,50 25,00
3 ITALIA 37,25% 27,9%
4 Germania 38,36% 28,72%
5 Francia 33,32% 33,30%

SPERANZE IN CRESCITA. Ma quali sono i fattori che inibiscono gli investimenti esteri? Scarsa crescita del Paese, elevata burocrazia, alte tasse. Gli annosi problemi del Belpaese, eppure «L’Italia si presenta oggi molto meglio rispetto ad alcuni anni fa», osserva D’Amico, «Dal 2017 c’è un consistente taglio, il 3,5%, delle imposte sulle imprese. Questo taglio ci colloca ora a metà classifica fra i maggiori Paesi. Poi c’è un intervento a favore degli investimenti in impianti e macchinari, con il super ammortamento. Ma ulteriori riforme e incentivi sarebbero utili». Mentre il Jobs Act ci allinea all'Europa e cresce la specializzazione dei giovani, un altro indicatore in deciso miglioramento riguarda le controversie. Il numero di processi civili pendenti si è ridotto drasticamente, passando da 5,8 a 3,8 milioni in 7 anni (-34%). I tempi si sono accorciati, anche grazie al “processo telematico”, che permette di depositare gli atti in via telematica.

Posizione Paese % del PIL
1 Malta 25.8%
2 Singapore 22.3%
3 Olanda 13.8%
4 Cambogia 9.4%
5 Jamaica 6.7%
6 Vietnam 6.2%
7 Brasile 4.2%
8 Perù 4.1%
9 Israele 3.9%
10 Bulgaria 3.8%
11 Malesia 3.7%
12 Canada 3.6%
13 Emirati Arabi Uniti 3.2%
14 Australia 3.2%
15 Polonia 3.0%
16 Messico 2.8%
17 Uruguay 2.5%
18 Romania 2.4%
19 Indonesia 2.3%
20 Railandia 2.3%
21 Cina 2.3%
22 Usa 2.1%
23 Spagna 2.1%
24 India 2.1%
25 Egitto 2.1%
26 Argentina 2.0%
27 Filippine 2.0%
28 Guatemala 1.8%
29 Gran Bretagna 1.8%
30 Bangladesh 1.6%
31 Francia 1.4%
32 Germania 1.4%
33 Republica Ceca 1.4%
34 Slovacchia 1.3%
35 Austria 1.1%
36 ITALIA 0.7%
37 Nigeria 0.6%
38 Danimarca 0.6%
39 Russia 0.5%
40 Pakistan 0.4%
41 Croazia 0.3%
42 Portogallo 0.3%
43 Giappone 0.0%
44 Nuova Zelanda -0.1%