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Investimenti da fondi e private equity: uno su tre va al Mezzogiorno

Stando al rapporto Aifi, la crescita a volume è del +733% negli ultimi cinque anni. Merito di un fondo pubblico ad hoc

Per la prima volta al Mezzogiorno si toccano tanti investimenti da parte dei fondi. È questo il dato più rilevante che emerge dal rapporto 2013 di Aifi, l’associazione italiana di private equity e venture capital, che segnala: su quasi 300 investimenti conclusi dai fondi di venture capital e private equity, 100 sono stati diretti al Sud Italia e nelle isole. A volume, rappresentano il 28% delle operazioni totali e una crescita del 733% tra 2008 e 2013.Il dato è ancora più significativo se lo si confronta con quello degli anni passati: nel 2012 il numero delle operazioni si fermava a 73 (20%), nel 2011 erano appena 39. “Per noi è un fenomeno nuovo”, anticipa al Corriere della Sera il direttore generale di Aifi, Anna Gervasoni. A permettere l’incremento è il Fondo Ht (hight tech) che da solo copre 54 dei 100 investimenti del 2013, per un valore di 26 milioni. Nello specifico, il fondo dispone di 86 milioni di euro che, però, non investe direttamente nelle imprese, bensì in altri fondi chiusi. Sono questi a decidere di investire capitale nelle imprese innovative.Quattro i fondi destinatari: Principia di Michele Costabile (37,5 milioni), Vertis di Amedeo Giurazza (12,5 milioni), Atlante venture Mezzogiorno di Davide Turco (12,5 milioni), Vegagest (oltre 20 milioni). La prima ha investito 63 milioni nelle imprese hi tech del Sud, le altre due circa 25 milioni a testa, Vegagest nulla. Per un totale di 110 milioni di investimenti destinati al Mezzogiorno.