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Indice Pmi: Cina sorprendente, Germania al palo

Le stime di Markit vedono i tedeschi ai minimi da 15 mesi, mentre contro ogni aspettativa la manifattura cinese appare in leggera accelerazione

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A settembre la produzione manifatturiera cinese ha evidenziato segnali di ripresa del tutto inaspettati: la stima flash dell’indice Pmi di Hsbc/Markit segna una leggera accelerazione a 50,5 punti rispetto ai 50,2 di agosto. Nello stesso mese l’occupazione è scesa di oltre un punto a 46,9, toccando il livello più basso dal febbraio 2009.

Un segnale di indebolimento importante che spinge a rafforzare le aspettative di ulteriori misure espansive delle condizioni creditizie, anche se il ministro delle Finanze, Lou Jiwei, che domenica ha dichiarato che la Cina non intende modificare in modo sostanziale la propria politica economica a causa di un solo indicatore.

Di tutt’altro tenore i dati relativi all’Eurozona. A settembre l’indice Pmi calcolato sulla base di interviste ai direttori degli acquisti di alcune aziende manifatturiere, è stato pari a 52,3 punti, al di sopra dei 50 punti che sono la soglia che separa l’espansione dalla stagnazione, ma l livello più basso degli ultimi nove mesi.

Negativo il dato della Germania a quota 50,3, in calo di quasi un punto rispetto a 51,4 di agosto e al di sotto delle attese degli economisti che l’avevano dato in leggera flessione a 51,2 punti. Continua la stagnazione per la Francia che a settembre vede l’indice Pmi a 49,1.

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