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In Italia tasse al 54%, evasione per 272 miliardi: i numeri Confcommercio

Presentato il rapporto su Fiscalità ed economia sommersa, le più alte tra le economie avanzate e strettamente connesse tra loro

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La pressione fiscale in Italia si prende il 54% dei nostri guadagni, almeno per chi li dichiara. È questo uno dei dati più impressionanti dell’ultimo rapporto Confcommercio su Fiscalità ed economia sommersa, appena presentato a Roma (scaricalo cliccando qui). Ma non solo: il sommerso economico nel nostro Paese tra il 2012 e il 2013 si attesta al 17,4% del nostro Prodotto interno lordo, il che vuol dire che ben 272 miliardi di euro sono nascosti agli occhi del Fisco. Fisco ed evasione, due piaghe che frenano la ripresa economica e che sono strettamente connesse tra loro: l’elevata pressione fiscale, cresciuta di quasi tre punti percentuali tra 2002 e 2013, “è il primo incentivo all’evasione”, sottolinea Confcommercio; ma il mancato gettito fiscale dovuto al sommerso è il motivo principale dell’aumento delle tasse.

L’indagine Confcommercio. Il sommerso in Italia risulta più elevato che nella maggior parte delle economie avanzate: in Messico vale l’11,9% del Pil, in Spagna il 9,5%, nel Regno Unito il 6,7%, negli Stati Uniti il 5,3%, in Svezia e in Austria il 4,7%, in Francia il 3,9%, in Irlanda il 3,3%, il Belgio il 2,7%, in Canada il 2,2% e in Danimarca l’1,9%. In Australia, Olanda e Norvegia l’economia sommersa è sotto l’1% del Pil. Una diretta conseguenza di questa situazione è che la pressione fiscale si scarica su una fetta minore della popolazione. Se la pressione fiscale effettiva, come già accennato, si attesta al 54% del Pil emerso, la pressione fiscale apparente, secondo calcoli prudenziali che non includono aumenti Iva ma solo quelli su Imu e Tares, è invece al 44,6% del Pil nel 2013. La classifica anche in questo caso proietta il Belpaese al top tra le economie principali. In Danimarca la pressione fiscale effettiva è al 51,1% del Pil, in Francia al 50,3%, in Belgio al 49,3%, in Austria al 46,8%, in Svezia al 46,7%, in Norvegia al 42,3%, in Olanda al 40,8%, nel Regno Unito al 40,4%, in Spagna al 36,7%, in Australia al 34,8%, in Canada al 31,9%. Chiudono la classifica Irlanda (28,4%) Stati Uniti (27,9%) e Messico (26,2%).

Crescita esponenziale. Il nostro, si legge ancora nel rapporto Confcommercio, è uno dei Paesi in cui la pressione fiscale è cresciuta di più tra il 2000 e il 2013 (+2,7%), passando dal 41,9 al 44,6%. In Portogallo il peso delle tasse nel periodo 2000-2013 è cresciuto del 3,2%, in Giappone del 2,6% e in Francia del 2,3%.