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“Imprese deboli per la crisi, aggredibili dalla mafia”

Nel corso di un intervento a al convegno ‘Le mafie a Milano e nel Nord’, il governatore della Banca d’Italia sottolinea il rischio per le aziende italiane e per l’Italia. “La criminalità organizzata frena il Pil italiano”

Dopo l’allarme lanciato dalla Direzione nazionale antimafia sull’infiltrazione dell’ndrangheta nel Nord Italia (in particolare in Lombardia), anche il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, conferma le sue preoccupazioni. “La crisi che abbiamo vissuto nei passati tre anni non ha certo migliorato le cose – ha sottolineato nel corso del convegno Le mafie a Milano e nel Nord’ – Non poche imprese, che hanno visto drammaticamente ridursi i flussi di cassa e il valore di mercato, sono divenute più facilmente aggredibili dalla criminalità”.Nel corso del suo intervento il numero uno di Palazzo Koch ha sottolineato come le denuncie per associazione a delinquere di stampo mafioso si sono concentrate fra il 2004 e il 2009 per quattro quinti nelle province di Milano, Bergamo e Brescia. Una diffusione che, avverte Draghi, può influire pesantemente sulla crescita dell’Italia. “Per isolare l’effetto della presenza mafiosa sulla crescita economica da quello di ogni altra causa – ha continuato il governatore – abbiamo condotto in Banca d’Italia un’analisi intorno alle due regioni meridionali oggetto di più recente infiltrazione da parte della criminalità organizzata, la Puglia e la Basilicata. Si è confrontato lo sviluppo economico in queste due regioni nei decenni precedenti e successivi al diffondersi del contagio mafioso, avvenuto verso la fine degli anni ’70, con quello di un gruppo di regioni del Centro Nord che avevano simili condizioni socio-economiche iniziali. I risultati empirici – ha aggiunto il governatore – mostrano che, in concomitanza con il contagio, Puglia e Basilicata sono passate da una crescita del prodotto pro capite che era più rapida di quella del gruppo di regioni inizialmente simili a una più lenta: nell’arco di trenta anni, all’insorgere della criminalità organizzata sarebbe attribuibile una perdita di Pil di 20 punti percentuali, essenzialmente per minori investimenti privati”.Per questo motivo contrastare i tentativi di infiltrazione delle mafie nel Nord d’Italia “è una delle cose che servirebbero a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia. Il prezzo che la società paga – ha concluso Draghi – quando è contaminata dal crimine organizzato, in termini di peggiore convivenza civile e mancato sviluppo economico, è alto. Contrastare le mafie, la presa che esse conservano al Sud, le infiltrazioni che tentato nel Nord, serve a rinsaldare la fibra sociale del Paese ma anche a togliere uno dei freni che rallentano il cammino della nostra economia”.

Credits Images:

Mario Draghi