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Imprese, Hong Kong esce dalle black list italiane

Con due decreti del ministero dell’Economia si tolgono i vincoli che limitavano i rapporti tra le nostre aziende e quelle della regione asiatica

Meno vincoli per gli investimenti italiani a Hong Kong, considerata una regione strategica per avviare la penetrazione di un’impresa nel mercato asiatico, cinese in particolare. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di due decreti del ministero dell’Economia, l’Italia toglie definitivamente dalla black list Hong Kong. In particolare, come riportato dal quotidiano Italia Oggi, i due decreti avranno i seguenti vantaggi per le imprese. Innanzitutto non dovranno più applicare l’art. 167, comma 1 del testo unico delle imposte sui redditi (dpr 22 dicembre 1986, n. 917), il quale in sostanza prevede che i redditi conseguiti da un soggetto residente o localizzato in Stati o territori a regime fiscale privilegiato siano tassati in capo al soggetto italiano che ne detiene il controllo. Inoltre, le aziende del nostro Paese che realizzano operazioni commerciali con quelle di Hong Kong non dovranno più applicare l’art. 110, commi 10 e 12-bis del testo unico delle imposte sui redditi, il quale prevede che le spese e gli altri componenti negativi derivanti da operazioni intercorse con imprese o professionisti localizzati in Stati o territori aventi regimi fiscali privilegiati sono deducibili a condizione che abbiano avuto concreta esecuzione e soltanto nei limiti del loro valore nominale.

Le due novità, si sottolinea sul quotidiano di Class editori, rappresentano la tappa finale nel percorso evolutivo dei rapporti con la Regione di Hong Kong, avviato con la sottoscrizione (avvenuta il 14 gennaio 2013) dell’Accordo tra i due governi per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali.