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Ilva, sequestrato un miliardo di euro al gruppo Riva

Provvedimento della Procura di Taranto che porta alla decisione di cessare le attività dell’aziende e mettere in libertà circa 1.400 addetti

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Un sequestro da 916 milioni di euro, tra beni mobili e immobili e di conti correnti, nei confronto del gruppo Riva. È quanto è stato eseguito dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Taranto sull’Ilva per disastro ambientale. Una decisione, operata dal gip Patrizia Todisco, che ha portato alla decisione del gruppo Riva di chiudere immediatamente sette stabilimenti e due società di servizi e trasporti e mettere in libertà circa 1.400 addetti. Gli stabilimenti interessati, come riportato dall’Ansa, sono quelli di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero e Cerveno in provincia di Brescia, Annone Brianza (Lecco) e le società sono Riva Energia e Muzzana Trasporti.

Decisione “purtroppo necessaria”, è scritto in una nota del gruppo Riva. Infatti, con il provvedimento del gip Todisco, datato 17 luglio e che estende il decreto del 22 maggio di sequestro preventivo di beni per equivalente fino alla concorrenza di 8,1 miliardi di euro, “vengono sottratti – sostiene il gruppo – a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali”, facendo sì che “non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività”. Di conseguenza, l’attività negli stabilimenti viene sospesa, gli impianti messi in sicurezza e i lavoratori posti in libertà. Il decreto del gip del 22 maggio scorso escludeva già la possibilità di sequestrare i beni “strettamente indispensabili all’esercizio dell’attività produttiva nello stabilimento siderurgico tarantino”.