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Fmi: si dimette Strauss-Kahn, a John Lipsky la guida ad interim

Accusato di violenza sessuale il direttore generale del Fondo monetario internazionale si dimette. La guida passa temporaneamente al numero due dell’ organizzazione in attesa del successore a una poltrona che fa gola a molti…

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“È con infinita tristezza che presento le mie dimissioni”, con queste parole Dominique Strauss-Kahn si dimette dalla carica di direttore generale del Fondo monetario internazionale. Su di lui, arrestato negli Stati Uniti, ricadono pesanti accuse di violenza sessuale. In una lettera indirizzata all’Fmi e datata 18 marzo, Strauss-Kahn dice di voler “proteggere in questo momento un’istituzione che ho servito con onore e devozione. A tutti – continua – voglio dire che nego con la massima fermezza possibile ogni accusa che è stata fatta contro di me, spenderò tutte le mie forze, tutto il mio tempo e tutte le mie energie per provare la mia innocenza”. L’Fmi comunica che a breve renderà noto il processo di selezione del nuovo direttore generale, nel frattempo John Lipsky, numero due dell’ organizzazione, assume la carica ad interim. La successione. Archiviate le dimissioni di Strauss-Kahn, ormai si pensa a scegliere il futuro direttore generale del Fondo monetario per il quale anche la Cina vuole giocare un ruolo da protagonista. Secondo il quotidiano China Daily il consigliere speciale dello stesso ex direttore generale, Zhu Min, potrebbe succedere al francese alla carica nel Fmi. Secondo la tradizione, è un europeo a guidare il Fmi e un americano la Banca Mondiale, ma si sta facendo largo la candidatura di un esponente delle economie emergenti. Oltre a quello di Zhu, sulla stampa cinese si fa in nome di Zhou Xiaochuan, l’attuale governatore della banca centrale cinese. Il quotidiano cinese da molto credito alla possibilità che non sia più un europeo a guidare il Fmi, ma un esponente dei paesi emergenti, facendo, oltre a quello dei due cinesi, i nomi dell’indiano Montek Singh Alhuwalia, dell’ex ministro delle finanze sudafricano Trevor Manuel, dell’ex presidente della banca centrale brasiliana Arminio Fraga e di altri candidati di Singapore, Turchia e Messico.Nel Vecchio Continente, però, non si considera, almeno per il momento, questa possibilità. Oltre alla già citata Christine Lagarde, un papabile è Jean-Claude Trichet, prossimo a lasciare la guida della Banca centrale europea. “Sarebbe un eccellente candidato”, sottolinea l’esponente della Bce e governatore della banca centrale olandese, Nout Wellink, mentre dall’Ue Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione, sottolinea che l’Europa ed “è pronta esprimere una forte candidatura europea, per un’istituzione così importante e una posizione così cruciale”.

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