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Exor-Fca è il primo gruppo italiano. Eni sorpassata

Vola il fatturato a 122 miliardi grazie a Chrysler, il prezzo del petrolio detronizza il Cane a sei zampe

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Exor è il primo gruppo industriale italiano per fatturato con 122,2 miliardi di euro nel 2014 (metà da Chrysler, solo il 7,5% in Italia). Il crollo del prezzo del petrolio costa il primo posto del podio a Eni che, dopo 11 anni di dominio, viene scalzata e si ferma a 109,9 miliardi e si “consola” con il primo posto negli utili nel biennio 2013/14 (6,45 miliardi, staccatissime Enel a 3,7 miliardi, Exor a 2,4 miliardi, Snam a 2,1 e Avio). Si conferma sul gradino più basso del podio invece Enel a 74,3 miliardi. Maglia nera per le perdite per 1,19 miliardi è Wind Tlc, preceduta da Cai (Alitalia) con -1,14 miliardi e Sorgenia (-838 milioni).

DIPENDENTI. Exor vince anche la classifica degli organici con 318 mila dipendenti, ma solo il 25% è effettivamente impiegato in Italia. Secondo posto per Poste (145 mila, ma tutti in Italia), Eni (84 mila) e Luxottica (78 mila). Salto per Calzedonia: +17% al 12esimo posto a 30.700 addetti. Ma per la cassaforte di casa Agnelli c’è anche il poco ambito premio dei debiti finanziari con 60,2 miliardi (+13,2%), davanti a Enel (57 miliardi, -2,2%) e Telecom Italia (34,6 miliardi, -1%).

50 ANNI DI BILANCI. La classifica dell’Ufficio Studi di Mediobanca sulle Principali società italiane festeggia i 50 anni di edizione e prende in considerazione 3.553 bilanci (nel 1966 erano 231). Completano la top ten Gse, società pubblica di compravendita di energia elettrica (32 miliardi), davanti a Telecom Italia (21 miliardi), Finmeccanica, Edison, Esso Italiana, Edizione e Saras che precede Poste, Kuwait Petroleum, Ferrovie e Luxottica.

CHE BALZI. Tra le migliori performance dell’anno, si segnala anche Ge Italia Holding (14esima, +4) davanti ai Supermarket Italiani di Caprotti. Crolla invece dal 17esimo al 15esimo posto Prysmian, Pirelli, Isab (petrolchimica, impianti di Priolo in Sicilia) che guadagna la bellezza di 59 posizioni grazie all’ingresso diretto nel mercato. Con 5,5 miliardi torna in classifica Parmalat (20), mentre escono dalla top 20 TotalErg e A2a.

PADRONI STRANIERI. Nei primi 20 classificati, ben sette sono di proprietà straniera: Edison, Esso Italia, Kuwait Petroleum Italia, Ge Italia Holding, Prysmian, Isab e Parmalat (e dal 2015 ci sarà la cinese Pirelli). Domina il settore petrolifero con otto presenze, mentre lo Stato ne piazza sei.

MEDIE IMPRESE. Una speciale classifica ha premiato anche le medie imprese più “dinamiche” per crescita del fatturato e utili (almeno +20% dal 2007): si tratta di 5 aziende del Nord-Est, 3 del Nord Ovest e una del Centro. Tra i settori prevalgono la moda e la meccanica-elettromeccanica.

Per la categoria delle aziende con fatturato tra 50 e 355 milioni e una forza lavoro inferiore a 500 dipendenti, le imprese virtuose sono 4 contro le 9 del 2014 e le 31 del 2007, ma anche le 2 del 2010: si tratta della Vicini di San Mauro Pascoli della famiglia Zanotti (calzature), la Lardini di Ancona (abbigliamento sartoriale), la Herno di Lesa (piumini) e la Fidia (controlli numerici per macchine utensili).

Credits Images:

John Elkann, n.1 di Exor