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Debiti P.A., primo sì per i pagamenti delle imprese

Il Parlamento approva all’unanimità l’aggiornamento del Def, che permette lo sblocco di 40 miliardi di euro in due anni per saldare parte delle spese non pagate dallo Stato alle aziende. Il via libera con un decreto del governo

Prima azione concreta per l’economia da parte del nuovo Parlamento eletto lo scorso febbraio. Nella giornata di martedì 2 aprile Camera e Senato hanno approvato all’unanimità l’aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza) sul debito e deficit del nostro Paese; un voto che, di fatto, sblocca decine di miliardi di euro utili per il pagamento delle aziende in credito con la Pubblica amministrazione. Con il decreto che sarà varato nella serata di oggi, mercoledì 3 aprile, il governo darà il via libera allo sblocco di 40 miliardi in due anni, poco meno della metà dei 91 miliardi che aspettano oltre 215 mila imprese (fonti Unimpresa, vedi tabella in fondo all’articolo). La cifra verrà ripartita tra Stato, sanità e Regioni, Province e Comuni: agli enti locali, ha spiegato il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, andranno 12 miliardi nel 2013 e 7 miliardi nel 2014, alla sanità 5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014 e allo Stato 7 miliardi in due anni.

ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF. Il testo che uscirà dal Consiglio dei ministri di questa sera, riporta l’Ansa, potrebbe contenere anche un anticipo al 2013 dell’aumento dell’addizionale regionale Irpef. Una mossa che permetterebbe di reperire almeno parte delle risorse da destinare alle imprese, a cui verrebbero quindi girati i maggiori incassi delle Regioni. L’intervento del governo sarà “rapido”, ha assicurato Grilli, ma avrà come limite “invalicabile” quello di mantenere il deficit sotto il 3%. Per questo la soglia del 2,9% indicata nell’ultima versione del Def deve essere “salvaguardata” e mai superata. I pagamenti di debiti di parte capitale, compresi quelli delle Province in favore dei Comuni, maturati al 31 dicembre 2012, verranno quindi innanzitutto esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno. La priorità assoluta verrà data alle imprese piuttosto che alle banche, alle quali andrà, come indicato dallo stesso ministro solo prima di Pasqua, una parte “minoritaria” dei 40 miliardi.