Connettiti con noi

Business

Così le multinazionali lombarde conquistano il mondo

Sono 4.300 le aziende della regione che hanno controllate estere, 2.300 solo in provincia di Milano. E tifano per la globalizzazione, alla faccia di Donald Trump. A salvare il Belpaese saranno agricoltura, start up ed export

architecture-alternativo

Sono 4.300 le società lombarde che vantano aziende controllate in Paesi esteri. E 2.300 hanno sede a Milano. A raccontarlo è un’elaborazione dell’ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Trade Catalys annunciati durante la presentazione del XXI Rapporto sull’economia globale e l’Italia Globalizzazione Addio?

«In questi anni il nostro mondo si è modificato rapidamente, superando spesso la nostra capacità di governare le trasformazioni. La globalizzazione, insieme con la tecnologia, ha cambiato il nostro modo di produrre e di vivere», dice Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza: «Ha abbattuto le distanze geografiche, ha aperto grandi opportunità ma al contempo ha esasperato le contraddizioni, creando forti discontinuità. Oggi dobbiamo affrontare in maniera più responsabile e consapevole le sfide della globalizzazione mantenendo la prossimità ai territori e alle imprese e sapendo investire su tutte quelle nuove dinamiche che possono aprire nuove opportunità di sviluppo, dalla tecnologia applicata alle imprese alla nuova economia del sociale».

I mutamenti politici si inseriscono a loro volta in un quadro globale marcato da un progressivo invecchiamento della popolazione (in particolare in Europa e in Giappone) e da una crescita dal 2011 al 2016 inferiore alle aspettative. Ora che «la crisi ha ridotto in qualche modo la cilindrata del motore» dell’economia globale, come scrive il curatore dello studio Mario Deaglio, il rischio è di andare incontro ora a una “stagnazione secolare” che si affianca al già citato problema demografico e ad una concentrazione della ricchezza in poche mani. Così ora che l’elezione di Donald Trump rimette in discussione l’ordine politico ed economico globale con il suo protezionismo spinto, mentre l’Ue si disgrega sotto la spinta della Brexit e le migrazioni mettono in difficoltà l’Italia, all’imprenditoria tricolore rimane un compito chiaro: si tratta di non spegnere, ma anzi di rafforzare, i lumicini di ripresa che ardono ormai in gran parte dell’economia ma che non riescono a fornire sufficiente luce e calore.

Rispetto al nostro Paese, infatti, il rapporto è relativamente ottimistico, mettendo in luce segnali di ripresa più diffusi rispetto a un anno fa, tra cui spiccano le buone performance dell’agricoltura – diventata, anche grazie all’effetto Expo, la prima in Europa – la crescita delle esportazioni e la creazione di un milione di posti di lavoro in più rispetto al 2014. Fa ben sperare anche il dato delle start up innovative, passate da 500 nel 2013 ad oltre 6.000 nel 2016 e il dinamismo della “sharing economy”, che dopo aver generato scambi per 3,5 miliardi nel 2015 arriverebbe a creare oltre 25 miliardi nel 2025. La sfida per il futuro è di rendere la ripresa duratura e non effimera, sciogliendo i due nodi critici del debito pubblico e della produttività che ancora bloccano il Paese.

Imprese lombarde con società controllate all’estero per provincia della sede dell’impresa

Provincia

Numero

Peso %

Bergamo

458

10,5%

Brescia

500

11,5%

Como

166

3,8%

Cremona

60

1,4%

Lecco

121

2,8%

Lodi

33

0,8%

Mantova

138

3,2%

Milano

2.330

53,5%

Monza e Brianza

243

5,6%

Pavia

64

1,5%

Sondrio

27

0,6%

Varese

218

5,0%

TOTALE

4.358

100,0%

Fonte: Elaborazione Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Trade Catalyst