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Corte dei conti: “Con un Pil così, difficile ridurre le tasse”

E’ il commento del presidente Luigi Giampaolino sull’attuale situazione economica italiana. Non viene escluso un aumento della pressione fiscale. Sacconi: “Serve Federalismo fiscale”

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Con la prolungata bassa crescita del Pil italiano sarà molto difficile ridurre la pressione fiscale. E’ l’amaro commento del neo presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, che in occasione della cerimonia di insediamento presenta l’attuale situazione economica italiana. “Al momento – sottolinea Giampaolino – è difficile conservare obiettivi di spesa espressi in quota del prodotto, così come fissare obiettivi di riduzione della pressione fiscale applicata”. Per il presidente della Corte dei Conti è quindi “essenziale” controllare la spesa pubblica ma, al tempo stesso, occorre “operarne una corretta qualificazione”.Difficile che le tasse diminuiscano, quindi, ma non è escluso un aumento. “Questo spetta all’autorità politica dirlo – continua Giampaolino – Il problema è che le entrate mantengono un certo livello”. Per la Corte dei Conti è difficile che si verifichi un aumento delle entrate in assenza di un conseguente aumento del Pil, ma “nulla toglie che questo possa accadere”. Per abbassare la pressione fiscale e migliorare il quadro generale finanziario servono risorse che, secondo Giampaolino, si potranno trovare solo attraverso “una riqualificazione della spesa”.Sulla non comprimibilità della pressione fiscale è d’accordo anche il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che ritiene “assolutamente corretti” i giudizi del presidente della Corte costituzionale, Luigi Giampaolino. Per questo motivo, spiega Sacconi, “abbiamo messo a disposizione risorse per la protezione dei redditi, circa 32 miliardi nel 2009-2010, fortunatamente non spesi per intero, e altre risorse si aggiungeranno. Ma, proprio perché c’è una quota di risorse incomprimibile per le esigenze di coesione sociale, è necessario lavorare intorno alle spese che invece sono comprimibili”. La soluzione? Il Federalismo fiscale che, per Sacconi, “è uno strumento fondamentale perché introduce nelle gestioni regionali responsabilità dove oggi non ci sono. Tutto questo è il presupposto della riforma fiscale”.