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Confcommercio: “Costi energia insostenibili, a rischio 120 mila imprese”

Secondo l’associazione, da qui ai primi sei mesi del 2023 si rischia di perdere 370 mila posti di lavoro. Commercio al dettaglio, ristorazione e alberghi i settori più a rischio

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La spesa in energia nel comparto terziario è destinata ad aumentare nel 2022: toccherà i 33 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2021 e più del doppio rispetto all’anno pre-pandemia (nel 2019 era pari a 14,9 miliardi). Sono numeri diffusi da Confcommercio, che poco dopo l’allarme di Confesercenti, sottolinea come l’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche e dell’inflazione (per l’80% dovuto proprio all’impennata del prezzo dell’energia) metta a rischio la sopravvivenza di 120 mila imprese. Secondo l’associazione, da qui ai primi sei mesi del 2023 il rischio chiusura di queste imprese mettere in bilico 370 mila posti di lavoro.

I settori più a rischio, secondo Confcommercio, sono il commercio al dettaglio (in particolare quello della media e grande distribuzione alimentare), la ristorazione e gli alberghi, ma anche i trasporti, che devono fare i conti con un aumento dei carburanti pari al 30-35% da inizio pandemia. “I costi dell’energia sono, ormai, da vera emergenza”, ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. “Il nuovo Governo dovrà dare risposte immediate accelerando soprattutto su Recovery Fund energetico europeo e fissazione di un tetto al prezzo del gas. È vitale tagliare drasticamente il costo dell’energia per tutte le imprese. In caso contrario si rischia di vanificare la ripresa economica di questi ultimi mesi”.

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Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio (© Getty Images)