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Cartelle esattoriali precompilate, così il fisco diventa una banca

L’allarme dell’associazione Unimpresa: casse prosciugate per gli imprenditori, e oltre l’80% delle pmi non riesce a rispettare i tempi previsti per il versamento delle tasse

Il fisco italiano è diventato come una finanziaria o una banca. È quanto commenta Unimpresa in seguito all’introduzione del meccanismo della rateizzazione precompilata delle cartelle esattoriali, annunciata da Equitalia a partire dal 2015. Questa operazione, si sottolinea dall’amministrazione dello Stato, di fatto, “prende atto che, a motivo della recessione o di situazioni individuali critiche e sempre più diffuse, sia le famiglie sia le imprese non riescono ad adempiere correttamente agli obblighi e alle scadenze fiscali. La soluzione proposta è quindi un piano preconfezionato di pagamenti a rate, dando quasi per scontato che una buona fetta dei contribuenti non riuscirà a saldare il conto in un’unica soluzione”. Il problema è che a questa rateizzazione si aggiunge anche il pagamento di interessi da versare allo Stato.

ALLARME ROSSO SUI PAGAMENTI. Secondo Unimpresa quattro aziende su cinque sono in ritardo sui versamenti effettuati con il modello F24 predisposto dall’agenzia delle Entrate. “In base alle informazioni raccolte nei giorni scorsi attraverso le sedi territoriali dell’associazione – segnala l’associazione – l’81,3% delle micro, piccole e medie imprese associate non ha rispettato i termini di legge previsti per il versamento di tasse e contributi previdenziali all’amministrazione dello Stato”. Un trend in atto ormai da tempo, peggiorato anche dall’aggravarsi della crisi economica internazionale, che ha di fatto “prosciugato le casse degli imprenditori. Si supera il primo appuntamento e si punta a pagare subito dopo, appena la cassa lo consente, usufruendo del regime del ravvedimento oneroso, che consente di pagare con sanzioni lievi” spiega il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

I SETTORI IN CRISI. Le difficoltà sono diffuse in tutti i settori imprenditoriali: dalla piccola industria ai servizi. Su 122.000 associate a Unimpresa, stando alla rilevazione a campione effettuata negli ultimi giorni, ben 99.186 aziende non ha potuto fare regolarmente i versamenti all’Agenzia delle Entrate, all’Inps e agli altri enti previdenziali e dell’amministrazione finanziaria, tra quante hanno ritardato di pochi giorni e quante hanno selezioni solo alcuni adempimenti. Nell’ambito dell’industria, il settore dell’edilizia, in particolare, resta quello che sembra registrare le maggiori difficoltà, mentre la percentuale più bassa registrata è nei servizi. Tuttavia le “sofferenze fiscali” sono una sorta di minimo comune denominatore per tutti i comparti economici: alimentazione, arredamenti, metalmeccanici, nautica e poi agricoltura, commercio, trasporti e turismo.

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