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Bonus in busta paga? Si comprano scarpe

Questi i risultati di uno studio su dati Istat: bonus nello stipendio vengono spesso convertiti in accessorizing, shopping di accessori

Scarpe e accessori: sono questi gli acquisti che gli italiani si concedono a fronte di un bonus nello stipendio. Non beni di prima necessità, dunque, ma “sfizi”, desiderabili, tra l’altro, per la loro caratteristica visibilità culturale.

FENOMENO ACCESSORIZING. Autori dello studio in oggetto sono Effrosyni Adamopoulou e Roberta Zizza, che hanno dato al fenomeno dell’acquisto di pelletteria e calzature il nome “accessorizing”; questi hanno messo in luce l’interessante risvolto analizzando i dati mensili Istat dei consumi delle famiglie, prendendo in esame in particolare il periodo 1997-2003, quello in cui gli italiani hanno più acutamente percepito la crisi economica.

BENI CULTURALMENTE VISIBILI. In particolare, nelle famiglie monoreddito (delle quali lo studio si occupa), l’arrivo atteso o meno di un bonus una tantum in busta paga diventa il mezzo per concedersi acquisti meno “ordinari”: niente supermercato, dunque, ma un nuovo paio di scarpe o una borsa, che magari si sono desiderati a lungo rimandandone l’acquisto; del sano accessorizing che porti tra le mani degli italiani di fascia media e bassa qualcuno di quei beni socialmente e culturalmente visibili il cui possesso è maggiormente sensibile al reddito.

ADEGUAMENTI SALARIALI. Tali beni rappresentano solo il 3% del totale dei beni disponibili; su questa percentuale minima vengono spesi i bonus salariali. Diversamente, non sembrano avere effetti particolari sul volume degli acquisti aumenti di stipendio che hanno come unico effetto quello di “recuperare” l’inflazione, adeguando dunque la paga al costo della vita.