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Bocciata la “norma Airbnb”: niente cedolare secca per gli affitti brevi

La commissione ha bocciato la proposta di introdurre una flat tax per gli affitti brevi di immobili e “case vacanze”

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Niente cedolare secca per gli affitti immobiliari di breve periodo. Alla fine, nel dibattito sulla legge di bilancio in corso in Commissione, si è deciso di non inserire la “norma Airbnb” nella manovra. La proposta prevedeva l’introduzione di una flat tax, pari al 21%, per i proprietari che affittano immobili per brevi periodi, come per esempio le “case vacanza”. Di fatto, una cedolare secca. La proposta è stata però bocciata dalla commissione. Gli affitti brevi continueranno dunque a essere disciplinati dalla normativa vigente.

IL FENOMENO. L’obiettivo della norma era quello di disciplinare un fenomeno che rischia di generare un vero e proprio sommerso all’interno del business turistico. Sempre più persone, infatti, decidono di affittare stanze, se non case intere, per brevi periodi. Esiste addirittura una piattaforma dedicata: il portale Airbnb (da qui, il nome norma Airbnb). Gli stessi numeri parlerebbero chiaro: stando ai dati di Federalberghi, in Italia il 79% delle “case vacanza” viene affittato per oltre sei mesi l’anno. Di tali case vacanza, il 70% non è mai stato abitato da nessuno prima che il proprietario iniziasse questo tipo di attività.

LE REAZIONI. «Sulla norma Airbnb che riguarda banalmente la cedolare secca per i B&B evitiamo demagogia e propaganda», ha commentato il presidente della commissione bilancio, Francesco Boccia. «Stiamo parlando della possibilità per chi affitta la propria casa per brevi periodi di utilizzare la cedolare secca, non c’è alcuna nuova tassa. Chi si è schierato contro questa misura o è in malafede o è solo ignorante, tertium non datur». Soddisfazione invece da parte di Confedilizia: l’associazione dei proprietari di case aveva già espresso la sua opposizione all’Airbnb giudicandola «una pericolosa macedonia di norme confusionarie e orpelli burocratici, che avrebbe come effetto la fine della locazione turistica e, con essa, dell’unico modo con cui alcuni proprietari riescono a pagare almeno parte delle tasse sulla casa, una patrimoniale da 22 miliardi l’anno fatta di Imu, Tasi e di altri balzelli meno noti», come aveva dichiarato il presidente Giorgio Spaziani Testa.

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