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Capitali da altri Paesi? Meglio quelli di alta qualità

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Per gli investimenti stranieri in Italia, non c’è solo un problema di quantità ma anche di qualità. È l’opinione dell’economista Luca Marcolin, ricercatore dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) e collaboratore dell’Aspen Institute in Italia. In un recente articolo scritto per LaVoce. info, Marcolin sostiene che una buona politica di attrazione dei capitali esteri non può basarsi soltanto su obiettivi numerici. Altrimenti, c’è il rischio che si riveli un flop o che non porti i benefici attesi.

Per quale ragione? Se vogliamo godere al massimo degli effetti su produttività e crescita economica degli investimenti, dobbiamo favorirne l’afflusso in settori ad alto contenuto scientifico e tecnologico. In Italia, invece, i capitali stranieri in questi segmenti rappresentano solo il 22% circa (dati 2011, ndr): una quota pressoché inalterata da 13 anni.

Dunque? Dobbiamo interrogarci su cosa vengono a fare in Italia le multinazionali. Negli ultimi decenni, gli investimenti si sono indirizzati in buona parte verso il settore dei beni di consumo, per la disponibilità di un mercato interno molto grande, costituito da quasi 60 milioni persone.

E che c’è di male in questo? Gli investimenti esteri hanno effetti positivi sull’economia soprattutto se le multinazionali collaborano con le aziende locali a cui possono trasmettere conoscenze e tecnologia, non quando entrano in concorrenza con esse per la vendita di prodotti finiti, già presenti sul mercato.

É d’accordo con chi vuole respingere l’acquisizione straniera di aziende che operano in settori strategici? La ritengo una posizione ideologica e sbagliata. Si prenda il caso di Telecom Italia: la situazione in cui si trova l’azienda non è certo colpa degli stranieri ma di chi l’ha gestita male nei decenni scorsi.

Ben vengano gli stranieri, dunque… Ripeto: tutto è legato a chi sono e a cosa vengono a fare. Vendere, ad esempio, la compagnia di bandiera a un vettore aereo straniero che ha scarsa tecnologia e problemi di sicurezza dei voli è una scelta sbagliata. In questo caso, spetta alla politica il compito di fare scelte lungimiranti. Non è condivisibile, però, discriminare un investitore o potenziale acquirente perché che non è italiano.

Come giudica gli interventi del governo Letta contenuti nel piano Destinazione Italia? Direi che gli obiettivi sono lodevoli e condivisibili. Si tratta però di un insieme molto ampio e articolato di misure, che non sono facilmente attuabili in tempi brevi.

ARTICOLO PRINCIPALE – Benvenuti in Italia

Credits Images:

Luca Marcolin