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Bene il rigore, ma riforme deludenti: la scossa di Confindustria

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Quella “forte scossa” annunciata dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, lo scorso febbraio per “incrementare il Pil di 3-4 punti in cinque anni” rischia di diventare un boomerang per il governo. Non passa settimana che Confindustria non rinfacci all’esecutivo quella “scossa all’economia” tanto annunciata che, a livello delle imprese, non è stata ancora percepita. Per l’associazione degli industriali il rigore dei conti attuato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è un buon punto di partenza. Ma serve di più e il Documento di economia e finanza (Def), oltre al Piano nazionale delle riforme (Pnr) non permette di centrare quell’obiettivo di affiancare alle misure per la stabilità dei conti pubblici quelle per il sostegno a crescita e sviluppo. “Senza stabilità della finanza pubblica non è possibile lo sviluppo economico – afferma l’associazione in una nota – ma è vera anche la relazione inversa: senza crescita è molto difficile conseguire la stabilità finanziaria”. E così il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli, giudica il Pnr “deludente per quanto attiene alle azioni concrete” per crescita e competitività. L’impegno di risanamento indicato dal governo nel Def è “estremamente ambizioso”, con manovre il biennio 2013-2014 da “circa 39 miliardi, cifra ben superiore a quella di 25 miliardi approvata la scorsa estate”. Dati che, per il dg Galli, “delineano uno sforzo di gran lunga superiore a quello compiuto negli anni ’90 per rispettare i parametri di Maastricht e partecipare fin dall’inizio alla moneta unica europea”. A preoccupare gli industriali anche il taglio degli investimenti pubblici, che “scenderebbero a 27 miliardi già nel 2012, erano 38 miliardi nel 2009. Si tratta di una diminuzione consistente che avrà effetti di lungo periodo sulle infrastrutture del Paese ed è in contrasto con le raccomandazioni dell’Unione Europea, che chiede di effettuare il risanamento senza penalizzare la spesa in infrastrutture”. E se si da atto al governo di aver adottato un quadro di previsioni macroeconomiche più realistico, le stime “sottolineano ulteriormente quanto siano impegnativi gli obiettivi di riduzione del disavanzo pubblico” e, ribadiscono gli industriali, “sottolineano altresì quanto sia urgente mettere in atto le misure per rilanciare la crescita economica”.

Tremonti: “Serve una manovra, ma dal 2013-2014”

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Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti