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Ai blocchi di partenza

I prossimi Giochi olimpici di Londra2012 e Vancouver2010 risentono della crisi economica, soprattutto nella ricerca di sponsor. Resistono gli incassi da diritti Tv

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Fortuna che molti dei contratti pluriennali di sponsorizzazione per i Giochi olimpici sono stati perfezionati in un’altra era economica, quando ancora di crisi non si parlava nemmeno. Altrimenti avremmo potuto assistere a un drastico ridimensionamento dell’attività delle macchine organizzative di due dei grandi eventi che calamiteranno l’attenzione di milioni di spettatori nel 2010 e del 2012. Le Olimpiadi invernali di Vancouver e quelle estive di Londra, che nelle attese degli analisti, prima che scoppiasse la bufera finanziaria, sarebbero dovute essere edizioni da record in termini di sponsorship, dovranno invece fare i conti con le ristrettezze che affliggono multinazionali e grandi istituti di credito. Tanto per cominciare, secondo quanto riferito in una recente intervista al China Daily da parte del management del Locog (Comitato organizzatore olimpico londinese), la 30esima edizione delle Olimpiadi di Londra (la prima città a ospitare per la terza volta i giochi estivi, dopo quelli del 1908 e del 1948), non supererà in valore gli 11,7 miliardi di euro. Tre miliardi di euro saranno coperti con l’attivazione di una Lotteria di Stato, altri 1,7 miliardi arriveranno dal gettito fiscale, mentre ai restanti 7 miliardi penseranno i fondi pubblici messi a disposizione dal governo di Gordon Brown. Una cosa è certa: non ci saranno ulteriori lievitazioni di costi, piuttosto è probabile che le spese subiscano una contrazione. Nelle ultime settimane sono entrati nel pool dei main sponsor “nazionali” marchi del calibro di Nortel, che opera nell’ambito delle Tlc, la compagnia di bandiera British Airways e l’operatore telefonico British Telecom. Secondo gli analisti di mercato questi main partner spenderanno tra i 40 ed i 60 milioni di euro. A livello internazionale i marchi supporter delle Olimpiadi del 2010 e del 2012 saranno Coca-Cola, Ge, McDonald’s e Visa, solo per citarne alcuni, insieme alla “matricola” Acer (che ha preso il posto del colosso dell’informatica cinese Lenovo).

I diritti tv resistono

Se sul fronte delle sponsorizzazioni, che restano comunque molto ambite, la crisi si è sicuramente fatta sentire, lo stesso non si può dire in ambito televisivo. Vancouver e di Londra, infatti, saranno le edizioni più ricche dal punto di vista degli incassi da diritti Tv. L’edizione invernale prevista in Canada tra meno di un anno e quella estiva di Londra nel 2012, hanno consentito al Comitato internazionale olimpico (unico gestore globale di tutti i diritti) di incassare 3 miliardi di euro, pari a un incremento del 40% rispetto a quanto ricavato dalla vendita dei diritti Tv di Torino2006 e Pechino2008. I diritti Tv rappresentano per il Comitato Olimpico la più importante fonte di revenue, di cui il 75% viene redistribuito ai Paesi membri e alle Federazioni affiliate al Cio (per le sponsorship il dato atteso per il periodo 2009-2012 è di 700 milioni di euro di entrate, rispetto ai 566 milioni dell’ultimo format, fonte: Istituto Sporteconomy). Chi è entrato, ormai, nel giro vorticoso dell’organizzazione dell’evento imminente è la città di Vancouver. Oltre ai nove partner internazionali, il Comitato organizzatore canadese (Vanoc) può vantare nel suo format anche sei partner nazionali, 10 official supporter e 28 fornitori ufficiali. A oggi le entrate generate dagli sponsor domestici ammontano a 735 milioni di euro, pari al 97% del budget globale (760 milioni di euro) previsto per i prossimi Giochi invernali. E il Comitato organizzatore è sul punto di raggiungere altri sei/otto contratti nel segmento dei fornitori ufficiali, per un controvalore di 200 milioni di euro. Un risultato di tutto rispetto che porterebbe a superare il budget con le sole operazioni domestiche. Infatti dai partner internazionali del Comitato olimpico internazionale sono attesi altri 200 milioni di euro, per un budget complessivo prossimo a 1,1 miliardi.

Le ombre

Nonostante le dichiarazioni di rito dei Comitati organizzatori non è tutto rose e fiori. Già in casa Londra2012 si parla infatti di un mutuo ponte per tamponare il crack che ha colpito le principali istituzioni finanziarie e la City britannica, sulla scia di quello che è successo a New York. La Bei (Banca Europea per gli Investimenti) ha infatti approvato un prestito di 255 milioni di euro per il villaggio dei giochi di Londra. Il villaggio olimpico e il Broadcasting & Media Center stanno avendo numerosi problemi di finanziamento da parte di privati proprio per la difficile congiuntura economica e finanziaria.E a testimonianza del fatto che d’ora in avanti non si butterà via niente, un portavoce dell’Olympic development authority (Oda), responsabile della costruzione delle “venue”, ha dichiarato che la struttura che ospiterà gli atleti sarà poi convertita in alloggi “sociali” al termine dei giochi. Ma cominciano a essere annunciate anche le prime razionalizzazioni del budget. Uk Sports, l’ente governativo di promozione dello sport nel Regno Unito, ha infatti ufficializzato tagli per 56 milioni di euro ai danni di otto federazioni della British Olympic Association (l’equivalente del nostro Coni), considerate poco competitive in vista dei Giochi estivi di Londra 2012. Al fine di concentrare gli sforzi sulle discipline con maggiori opportunità di medaglia sono state ridotte, infatti, di oltre la metà le sovvenzioni destinate a scherma, pallamano, tennistavolo, tiro, pallavolo, pallanuoto, sollevamento pesi e lotta. I tagli hanno colpito in particolare il tiro, che dovrà arrivare all’appuntamento olimpico con un budget inferiore del 76% a quello ricevuto per il quadriennio chiuso ai Giochi di Pechino 2008. E a far capire che non siamo certamente in un periodo di “vacche grasse” ci ha pensato, di recente, lo stesso Jacques Rogge. Il presidente del Cio, infatti, ha invitato Londra a non cercare di superare lo sfarzo e la grandiosità dell’edizione di Pechino 2008. «Londra deve solamente essere Londra, non c’è migliore e non esiste più grande, esiste solamente la parola differente. Ogni edizione delle Olimpiadi è unica non per il denaro investito, che non determina la bontà dei Giochi, ma per l’atmosfera ispiratrice che si crea all’interno della città» ha spiegato l’alto dirigente del Comitato internazionale olimpico.Luci e ombre anche sulla situazione economica di Vancouver 2010. A pochi mesi dai Giochi canadesi il budget globale è stato rivisto verso l’alto. Toccherà il tetto record di 1,11 miliardi di euro, per tener conto delle difficoltà create dal crack del sistema finanziario internazionale. Il Vanoc ha assicurato che si tratta dell’ultima revisione prima dell’inizio delle gare ufficiali. Il nuovo budget anticipa, in particolare, un calo di oltre 10 milioni di euro delle entrate da sponsorship provenienti dal Cio. Il fondo di previdenza, inizialmente dotato di 100 milioni di euro di cui 50 milioni sono stati già impegnati, è stato rialzato a 77 milioni per permettere di attenuare le eventuali defezioni di sponsor privati. Inoltre, partner dei Giochi come Nortel, Teck e General Motors sono stati duramente colpiti dalla crisi e dovranno rivedere i propri piani di comunicazione.Gli organizzatori nord-americani stanno tentando di gettare acqua sul fuoco, dopo alcune stime allarmanti pubblicate dagli organi di informazione. «Si parla molto del costo dei Giochi», ha dichiarato il management del comitato, «ma Vancouver 2010 immetterà 1,3 miliardi di euro nell’economia locale. I nostri partner faranno almeno altrettanto o ci andranno molto vicini».Notizie più confortanti arrivano, invece, dalla macchina organizzativa di Sochi2014, prima rassegna invernale ospitata dalla Russia. La località dell’Europa dell’Est può vantare un accordo economico da 260 milioni di euro con Rostelecom (telefonia fissa) e Megafon (telefonia mobile), che entrano nel format domestico, con il ruolo di general partner dei giochi. Alla categoria telecomunicazioni è stata assegnata una cifra record, che diventa ancora più imponente considerando gli investimenti tecnologici e infrastrutturali che verranno realizzati dai due partner nei prossimi anni: circa 200 milioni di euro, per un totale di circa 450/500 milioni. Rostelecom e Megafon ricopriranno, inoltre, il ruolo di sponsor del comitato olimpico russo, per tutte le edizioni dei giochi, da Vancouver 2010, passando per Londra 2012, fino a Sochi 2014 e all’edizione del 2016, ancora da assegnare. L’ingresso delle due realtà conferma, tra l’altro, la crescita del mercato della telefonia russa, uno dei più attivi dell’intero comparto economico nazionale. Nell’ultimo biennio la popolazione russa ha speso cifre record per la propria mobilità e per il trasferimento dati attraverso supporti informatici e il trend è in continua crescita. I Giochi di Sochi 2014 serviranno a dare una nuova immagine della Russia, sempre più una nazione lontana dalla filosofia della “cortina di ferro” sovietica.

I NUMERI DEI GIOCHI

3 miliardi di euro i proventi dalla vendita dei diritti Tv per Londra 2012 e Vancouver2010

700 milioni di euro le entrate da sponsorship nel periodo 2009-2012

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Lo stadio di Webley a Londra