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Sostenibilità

Inquinamento e colesterolo, a Milano e Torino si invecchia prima

La combinazione di smog e tassi elevati di colesterolo nei capoluoghi lombardo e piemontese influisce negativamente sullo stato di salute di cuore e cervello, provocando l’invecchiamento precoce

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Vivere in città inquinate è dannoso per la salute, è risaputo ormai da tempo. Ma è soprattutto a Milano e Torino che le polveri sottili provocano e accelerano i processi aterosclerotici ed arteriosclerotici legati all’invecchiamento di cuore e cervello, specie nei soggetti con elevati livelli di colesterolo. È quanto emerge da uno studio presentato a Milano in occasione della Terza settimana nazionale dell’ipercolesterolemia familiare, che ha incrociato i dati sui danni provocati dall’inalazione del particolato fine (Pm2.5) con quelli sui livelli di smog forniti da Ispra Ambiente.

Sulla base dei dati relativi alla presenza di danni vascolari a livello carotideo, lo studio evidenzia come nei capoluoghi di Lombardia e Piemonte l’invecchiamento avvenga fino a quattro volte più velocemente rispetto a Roma, dove il tasso di inquinamento medio è minore, proprio a causa della combinazione tra inquinamento e colesterolo.

L’inalazione delle polveri sottili unita a livelli elevati di colesterolo, infatti, provoca infiammazioni nei polmoni e nel sangue che si ripercuotono sull’arteria principale, la carotide, aumentando il rischio di eventi cardiovascolari, come l’infarto, e accelerando l’invecchiamento del cervello. Inoltre, gli accumuli di colesterolo che raggiungono e attraversano l’encefalo possono dare origine a disturbi come difficoltà di concentrazione, appannamento della memoria e ideazione rallentata.

“Numerosi studi scientifici recenti hanno dimostrato – annuncia Alberico Catapano, presidente della Società europea per lo studio dell’aterosclerosi ed ordinario di Farmacologia all’Università di Milano – che l’esposizione alle polveri sottili in città provoca un ispessimento della carotide, quindi l’arteriosclerosi, ma anche la formazione di placche aterosclerotiche. Si è registrata, inoltre, una modifica qualitativa del colesterolo buono, l’Hdl, che risulta con ridotta capacità antinfiammatoria”.

“Ci sono inoltre evidenze scientifiche – aggiunge Marcello Arca, professore di medicina interna e responsabile e segretario nazionale della Sisa – che suggeriscono che un elevato tasso di inquinamento possa anche far peggiorare un importante funzione delle arterie, che è quella di vasodilatarsi secondo le necessità della circolazione del sangue. Questa anomalia, detta disfunzione endoteliale, può più facilmente predisporre le persone alla formazione delle placche aterosclerotiche”. Cosa fare? “Con la riduzione della concentrazione di polveri sottili nelle nostre città, anche solo di pochi punti – illustra Luigi Gentile, presidente Sisa Piemonte e Valle d’Aosta – è possibile ridurre già nel breve periodo il rischio di ispessimento rapido della carotide, quindi di invecchiamento precoce di cuore e cervello, a causa degli effetti dannosi dell’inquinamento anche sull’arteriosclerosi”.