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Sostenibilità

Ci siamo dimenticati dello smog

Il problema, molto sentito negli anni 90, sembra uscito dall’agenda pubblica. Ma uccide 3 milioni di persone nel mondo e da noi riduce l’aspettativa di vita

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Ci siamo dimenticati dello smog. Eppure ogni anno, dati Oms, tre milioni di persone muoiono per cause correlate all’inquinamento. Il fenomeno è mondiale, visto che il 92% della popolazione globale vive in zone che non superano uno o più criteri dell’organizzazione. Dopo aver fatto registrare il nuovo record con la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera oltre 410 parti per milione (ppm), vanno ricordati gli effetti segnalati dalla rivista Lancet sui tumori del polmone e lo scompenso cardiaco.

Timori che sembrano confermati dalla ricerca Qualità dell’aria in Europa 2016 dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea), che assegna all’Italia 85 mila di queste vittime. Nel 2014, l’85% della popolazione urbana ha vissuto in aree ad alta e altissima concentrazione di inquinanti atmosferici. Il dato italiano rappresenta il numero più alto di decessi in Europa, con un danno economico complessivo di 97 miliardi di dollari, pari a una perdita di ricchezza nazionale stimabile attorno al 4,7% di Pil. Circa il 90 % degli abitanti delle città è esposto a concentrazioni di inquinanti superiori ai livelli di qualità dell’aria ritenuti dannosi per la salute. Per esempio, si stima che il particolato sottile (PM2.5) riduca l’aspettativa di vita nell’Ue di più di 8 mesi.